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Finanziaria 2011, taglio del 45% sui fondi per lo sviluppo

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Fonte: Repubblica.it

L'intervento italiano nei Paesi bisognosi di aiuto si riduce a 179 milioni di euro: la cifra pi๠bassa degli ultimi 20 anni: meno di un decimo di un'organizzazione come Msf. Le altre nazioni europee e diversi emergenti (Cina, Brasile) hanno scelto la strada opposta. La Finanziaria 2011 licenziata dal Consiglio dei Ministri pone la definitiva pietra tombale sulla cooperazione italiana. Questo è quanto emerge dalle prime reazioni raccolte tra gli operatori del settore che, per l'ennesima volta, si trovano a denunciare il mancato rispetto degli impegni internazionali presi dal nostro paese. Infatti, meno di un mese dopo l'Assemblea Generale dell'ONU dedicata agli obiettivi del millennio, il Governo ha deciso di tagliare del 45% i fondi dedicati alla cooperazione allo sviluppo dal nostro paese, raggiungendo il record negativo di 179 milioni di euro per il 2011.

Una cifra - la pi๠bassa degli ultimi 20 anni - cui devono essere ulteriormente sottratti circa 80 milioni di euro per le spese di gestione, lasciando meno di 90 milioni per le nuove operazioni sul terreno. Per dare una proporzione, l'Italia contribuisce alla lotta alla povertà  per meno di un decimo dei fondi annuali della famiglia internazionale Medici Senza Frontiere.

La protesta del settore nell'amara dichiarazione del presidente delle Ong italiane, Francesco Petrelli: €œDi fatto il governo italiano con questa scelta si assume la responsabilità  di lasciare milioni di persone a un futuro di fame povertà , pandemie come l'AIDS e la tubercolosi€. E poi aggiunge: €œLa stessa Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero Affari Esteri rischia in questo quadro di non avere pi๠senso, venendo letteralmente a mancare l'oggetto delle proprie attività . Chiediamo al Parlamento, alle forze politiche della società  civile di impedire che la cooperazione sia cancellata. Sono in gioco non solo fondamentali valori di solidarietà  e giustizia, ma anche la credibilità  e il ruolo dell'Italia€.

E questo avviene mentre in Europa i tagli toccano tutti i settori salvo quello della cooperazione allo sviluppo. Lo stesso Regno Unito, costretto ad una cura dimagrante dal nuovo governo conservatore, ha lasciato intatti gli stanziamenti per la lotta internazionale alla povertà . Una scelta in ossequio ad un principio morale di solidarietà , ma anche nell'ottica di un investimento nella sicurezza e nella stabilità  internazionali.

La partita degli aiuti allo sviluppo, in cui l'Italia ha sino ad oggi accumulato ritardi per oltre 20 miliardi di dollari, non riguarda solamente le vaccinazioni o le distribuzioni alimentari nei paesi in via di sviluppo, ma è una delle chiavi di volta per l'accesso alle posizioni decisionali del futuro sistema internazionale. Basti pensare che paesi emergenti come il Brasile o la Cina stanno aumentando ogni anno i propri investimenti in cooperazione internazionale, nella certezza che ciಠcontribuisce alla tutela del proprio interesse nazionale.

La decisione di quest'anno, denunciano le Organizzazioni Non Governative, viene presa non solo in contrasto con gli impegni presi internazionalmente dal nostro paese, ma anche con una precisa volontà  del Parlamento che a giugno aveva impegnato il Governo a non ridurre i fondi per la cooperazione allo sviluppo. L'auspicio delle Ong è che questa politica poco lungimirante venga ribaltata in ambito di discussione in aula. Il mantenimento dei fondi del 2010 - che già  ci ponevano in fondo alle classifiche europee - è la precondizione necessaria per non far calare definitivamente il sipario sulla cooperazione allo sviluppo italiana.