Toscana - Marocco: processi partecipativi e governance locale

Stampa

Fonte: Inform@zione per lo Sviluppo - Newsletter della Cooperazione Decentrata Toscana

L'idea progettuale nasce all'interno delle esperienze di partenariato maturate negli anni dai soggetti toscani in Marocco sui temi della riqualificazione urbana. Già  nello svolgimento di attività  pregresse e dalle riflessioni intrattenute agli incontri del Tavolo Mediterraneo, i partner toscani manifestavano la volontà  di poter realizzare e sperimentare in questo Paese, con il sostegno dei partner internazionali, un modello organizzativo territoriale di base capace di mettere in rete i soggetti istituzionali con le diverse espressioni della società  civile per dare soluzioni negoziate e partecipate ai problemi di degrado urbano. L'obiettivo di questo progetto è stato dunque quello di creare un modello organizzativo territoriale di base, integrato tra soggetti istituzionali e società  civile, per l'individuazione e la definizione di soluzioni negoziate ai problemi di degrado urbano e di gestione dei servizi di base del sistema di welfare locale.

maroccoI beneficiari diretti del progetto sono stati i cittadini di alcuni dei quartieri pi๠svantaggiati delle aree metropolitane di Tangeri, Fès, e Marrakech che hanno interagito con gli operatori dell'area dell'associazionismo e le organizzazioni rappresentative delle comunità  locali. Nella città  di Tangeri, in partenariato con Cospe, sono stati realizzati: il restauro del centro culturale della Maison Guennoun, una mappatura di tutte le associazioni interessate e una formazione tecnica ai gruppi dirigenti delle associazioni sugli argomenti della progettazione partecipata. Alla sua conclusione le associazioni partner sono state accompagnate a presentare dei micro-progetti da inoltrare alle istituzioni locali.

Le attività  seminariali sono state due: un primo seminario sulle metodologie di valorizzazione dei siti storici, e un secondo seminario sull'applicazione del piano di salvaguardia della Medina. Tutte le istituzioni locali presenti sul territorio sono state costantemente informate sul progetto e il livello di collaborazione e interesse è stato buono. Per quanto riguarda il coinvolgimento della comunità  locale della Medina si è voluto lavorare molto con le associazioni locali presenti con l'obiettivo di costruire un percorso partecipato alla definizione del progetto culturale, di cui la Maison Guennoun è contenitore.

Per quanto riguarda il lavoro congiunto tra Comune di Fès, Medina e Provincia di Livorno, le attività  si sono concentrate su: sensibilizzazione della cittadinanza tematiche legate al patrimonio storico culturale, realizzazione di azioni rivolte ai tecnici locali e ai soggetti preposti alla tutela, necessità  di un cambio di tendenza nella pianificazione e gestione della Medina, quale complesso storico da tutelare e salvaguardare, attraverso tecniche e strumenti normativi realmente applicabili. Il lavoro si è concretizzato attraverso la realizzazione di sopralluoghi tecnici su ogni singolo sito selezionato, con produzione di materiali fotografici, ricerche storiche, e descrizione dello stato dell'arte. Sono stati realizzati inoltre 5 seminari aperti presso la sede dell'UNION di Fès, per illustrare gli obiettivi del progetto e sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche di salvaguardia e utilizzo del patrimonio.

In occasione del convegno internazionale tenutosi a Fès sul tema: «LA MEDINA DE FES, PATRIMOINE CULTUREL POUR UN DEVELOPPEMENT DURABLE», a cui ha partecipato il partner locale, il progetto è stato presentato ai partecipanti, ed è stato considerato uno dei pochi progetti effettivi che hanno inquadrato le tematiche di sviluppo della Medina sotto il profilo della salvaguardia e della tutela del patrimonio, in maniera partecipata. La Fondazione €œCittà  di ieri per l'uomo di domani€ ha avviato poi un processo nel quale abitanti, associazioni di quartiere, Comune di Fès, ADER-Fés e Azienda pubblica dell'acqua hanno elaborato una strategia comune per la soluzione graduale dei problemi emersi nel percorso di diagnosi partecipativa. Nel corso del progetto è stato infatti elaborato uno studio diagnostico condiviso contenente la classificazione degli aspetti maggiormente problematici del quartiere tra cui è emerso il problema dell'allacciamento di tutte le abitazioni alla rete fognaria considerato quale primo problema da risolvere. In base a questo è stato definito un programma di lavoro che dovrà  verificare la effettiva possibilità  di portare a soluzione il problema delle fognature. I rapporti con i partner si sono rivelati estremamente positivi ed è inoltre emersa la volontà  del Comune di Fès di sostenere il progetto e di contribuire finanziariamente alla realizzazione delle opere.

Infine, nella città  di Marrakech, in partenariato con il Comune di Prato, si è ritenuto necessario realizzare congiuntamente con i funzionari comunali, un questionario poi somministrato alla popolazione e delle interviste ad alcuni testimoni privilegiati che permettesse un'analisi aggiornata e puntuale della realtà  all'interno della quale organizzare uno sportello di ascolto e di sostegno alla comunicazione tra il cittadino e l'ente pubblico, sul modello dello sportello URP attivo negli enti locali italiani. Altra tematica prioritaria affrontata insieme al Comune di Marrakech è stata la gestione integrata del ciclo idrico e la comunicazione ambientale ai cittadini e agli esperti tecnici. I fondi regionali trasferiti a questo scopo perಠsono rimasti bloccati al momento delle elezioni comunali nel conto corrente speciale aperto dal Comune di Marrakech, questa impasse ha di fatto bloccato l'attività  pianificata di formazione ai tecnici del comune e la stessa messa a regime dello sportello unico per l'ambiente. Le attività  e i risultati programmati per questo progetto a Marrakech si sono comunque potute realizzare all'interno delle iniziative di cooperazione tra Prato e Marrakech che si stanno realizzando nel quadro progetto europeo PAMLED.

In generale, la sfida offerta da questo progetto è stata quella di mettere a confronto le soluzioni e proposte del mondo tecnico e da quello sociologico in programmi di medio-lungo periodo per la valorizzazione dei territori, sia a livello urbano sia sociale e culturale; nonché nelle scelte legate all'approccio partecipativo della società  civile e al tipo di coinvolgimento in grado di fornire risultati duraturi, ma anche rispondenti alle priorità  dei territori dove interviene.

I punti di forza del progetto sono stati l'effettiva messa in pratica dei meccanismi partecipatici previsti: diffusione di questionari per la raccolta dati nei quartieri e nelle città  con alcuni target stabiliti, coinvolgimento delle università  e delle associazioni locali, realizzazione di interviste sul territorio agli interlocutori chiave, workshop e corsi di formazione, incontri di sensibilizzazione. Le difficoltà  incontrate nella realizzazione hanno riguardato principalmente i rapporti con i partner: la difficoltà  di mettere insieme esigenze diverse su progetti diversi tra i partner toscani e problemi riguardanti i rapporti con la Fondazione €œCittà  di ieri per l'uomo di domani€ che è stata dichiarata in fallimento nel corso della realizzazione del progetto, senza che gli altri partner toscani ne fossero a conoscenza, dunque si è creata una effettiva difficoltà  nel reperire le persone responsabili e poter avere informazioni regolari sulle attività  che svolgevano.

Per quanto riguarda i partner marocchini, molte difficoltà  si sono create con il comune di Marrakech, nel quale è cambiata amministrazione in conseguenza delle elezioni comunali e nel quale i fondi regionali trasferiti sono rimasti bloccati nel conto corrente aperto appositamente per le transazioni di fondi internazionali. Un altro punto di debolezza del progetto è stata la mancata interazione all'interno del progetto tra le tre amministrazioni locali marocchine coinvolte. I soggetti coinvolti hanno avuto la tendenza a lavorare a compartimenti stagni, questo ha fatto si che il lavoro di rete sul fronte marocchino non si sia realizzato, dunque la rete è stata parallela ma non ha coinvolto tutti i nove partner.

Per quanto riguarda le lezioni e le esperienze apprese nella realizzazione di questo progetto, Fabiana Farro, Project Manager del comune capofila, è dell'opinione che sarebbe necessario, soprattutto per quanto riguarda i progetti finanziati dalla Regione Toscana, un miglior coordinamento in tutto l'arco della realizzazione delle attività : €œLa Regione Toscana lavora molto bene nel fare sistema all'interno dei Tavoli di coordinamento, ma, una volta che i progetti sono in fase di realizzazione assume un ruolo di solo monitoraggio tecnico non intervenendo come soggetto politico riportando all'ordine e eventualmente dando un contributo di contenuto sulla strategia. In caso di difficoltà  tra i partner portare una voce forte potrebbe aiutare chi realizza il progetto. Il Comune di Prato, come soggetto capofila del progetto, si è sentito lasciato solo di fronte alle difficoltà  emerse. Esiste inoltre un problema di tipo burocratico per cui per gli enti locali è sempre pi๠complicato partecipare ai progetti di cooperazione, in particolare le complesse procedure di accreditamento dei finanziamenti, la disciplina relativa alla gestione amministrativa e alla rendicontazione dei progetti, rallentano e talvolta impediscono la realizzazione delle attività ".