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Un paradigma nuovo per l'aiuto allo sviluppo

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Mai come in questi tempi la politica di cooperazione allo sviluppo è diventata di estrema attualità  per sradicare la povertà  e il diffondersi del disagio sociale, fonti di incontrollati flussi migratori e spesso terreno fertile di terrorismi. Ineguaglianza e indigenza, infatti, spingono le fasce pi๠deboli verso la disperazione e alimentano i fenomeni di protesta.

 

In questo contesto, la cooperazione allo sviluppo rappresenta la soluzione pi๠efficace, meno costosa e al tempo stesso pi๠equa per stimolare lo sviluppo locale, ossia per far crescere il capitale umano (capacità  produttiva e responsabilità  individuali) in modo da creare le condizioni per attrarre investimenti pubblici e privati.

 

Finora, tuttavia, la sola esperienza degli aiuti pubblici non è riuscita a sradicare forme endemiche di arretratezza, né a innescare effettivi meccanismi di sviluppo. Il ricorso a meccanismi innovativi di partenariato pubblico-privato per lo sviluppo (Ppps), cosଠcome previsto dalla nuova architettura istituzionale della Cooperazione italiana, rappresenta in questo senso un elemento di innovazione radicale, che modifica alla radice la visione tradizionale dell'aiuto allo sviluppo trasformandolo in un sistema in grado di convogliare competenze e risorse del nostro paese. Un sistema in grado di rispondere con maggiore incisività  alle necessità  di sviluppo dei paesi poveri e, al tempo stesso, di creare a livello locale condizioni di redditività  capaci di attrarre anche capitali privati, non solo aiuti pubblici. àˆ dimostrato, infatti, che gli investimenti privati hanno un impatto determinante sullo sviluppo dei paesi meno avanzati, come lo hanno avuto su quello dei paesi emergenti.

 

Attraverso un'alleanza strategica con partner privati, la cooperazione puಠaccedere ad altre competenze e risorse e, grazie alla redditività  economica e sociale, accrescere le opportunità  di sviluppo. Pur perseguendo interessi diversi, imprese private e authority impegnate nella cooperazione possono condividere obiettivi comuni di sviluppo attraverso numerose forme di partenariato, che vanno dalla fornitura di servizi e know-how alla messa a disposizione di risorse finanziarie.

 

Tanti gli esempi concreti in questo senso: dal 2007 la cooperazione esterna dell'Ue ha finanziato tramite il blending 168 progetti, per un totale di 1,2 miliardi di euro di fondi europei aggiunti a 32 miliardi di investimenti privati.

 

A questo si aggiungono i cosiddetti pull mechanisms (Amc), utilizzati per favorire le partnership pubblico-privato in campo agricolo. Un esempio di successo in questo campo è il Gavi funding in Africa, culminato nella realizzazione di 140 campagne di immunizzazioni tra il 2000 e 2012; il Ppps lanciato dall'Ifad nel 2006 per l' olio di palma in Uganda; o, ancora, il Ppps AgResults per progetti pilota in Kenya, Zambia e Nigeria.

 

La partnership pubblico-privato per lo sviluppo è di particolare interesse per il nostro paese. L'Italia, situata alla frontiera del continente africano, è investita in pieno dal fenomeno migratorio

 

Aiutare i popoli di questi paesi a sviluppare progettualità , riscattarsi dalla povertà  e ridurre il tasso di crescita demografica, attenuerebbe anche la pressione migratoria.

 

L'Africa dispone di grandi risorse naturali, ma di bassa produttività ; sui paesi del continente, inoltre, gravano enormi problemi di stabilità  e la gestione dei governi spesso deboli o corrotti.

 

Accrescere la qualità  del proprio capitale umano per migliorare l'uso delle risorse e creare una coscienza civile consapevole in grado di opporsi al terrorismo di marca fondamentalista è l'obiettivo comune dei paesi della regione. In questo contesto è fondamentale che la cooperazione favorisca lo sviluppo dal basso, unica strategia in grado di coinvolgere - responsabilizzandola - la popolazione beneficiaria. Gli strumenti d'intervento, dunque, vanno selezionati per concentrarsi su quelli capaci di valorizzare la capacità  individuali. Determinate è in particolare il rafforzamento della governance interna ai paesi beneficiari per combattere la corruzione e garantire alla popolazione l'accesso ai bisogni essenziali del vivere civile.

 

Salute e istruzione sono i caposaldi dello sviluppo responsabile. Si tratta di processi complessi che nessun governo puಠpensare di portare avanti senza l'apporto del settore privato.

 

Fonte: la Cooperazione italiana informa