Cooperazione italiana. Le ultime iniziative in Palestina
Non solo la tensione e i consueti episodi di violenza. In Palestina la situazione continua a peggiorare anche sul piano economico e umanitario: alla fase di stagnazione iniziata nel 2014 si aggiungono l'alto tasso di disoccupazione e la costante crescita della popolazione, cui corrisponde un aumento delle persone che vivono al di sotto della soglia di povertà (circa il 25 per cento del totale).
L'accesso ai servizi essenziali di base è fortemente limitato a causa delle restrizioni di movimento, problema che si riflette anche sulle attività di allevamento e, di conseguenza, sui redditi della popolazione. A Gerusalemme Est i minori sono tra le categorie pi๠colpite da traumi legati all'esposizione a episodi di violenza e alla forte instabilità del contesto in cui crescono.
Per far fronte a una situazione estremamente complessa, la Cooperazione italiana ha approvato uno stanziamento di due milioni di euro per il finanziamento di un'iniziativa di emergenza per la protezione della popolazione a rischio di sfollamento nell'Area C della Cisgiordania e a Gerusalemme Est.
L'intervento ha l'obiettivo di rafforzare le capacità di risposta alle crisi dei gruppi palestinesi pi๠vulnerabili con interventi volti ad aumentarne la capacità di resilienza e ridurne, al contempo, l'esposizione alla violenza. Cruciali, in particolare, è la fornitura di servizi idrici ed igienico-sanitari essenziali, l'accesso inclusivo ai servizi educativi, il supporto psicosociale in risposta ai traumi e interventi di riabilitazione degli shelter.
Sei sono le Ong selezionate per attuare i progetti previsti dall'iniziativa.
Overseas, in consorzio con Educaid, si occuperà di sostenere i minori e le loro famiglie residenti nel campo profughi di Shu'fat, a Gerusalemme Est. Sono previsti interventi di sostituzione e riparazione del sistema di drenaggio delle acque di scarico e piovane, campagne informative e gestione sostenibile delle risorse idriche all'interno scuola Unrwa con l'installazione di un sistema di riciclo e riuso delle acque meteoriche, il rafforzamento dei servizi strutturati di supporto psicosociale in ambito educativo, la progettazione ed esecuzione di opere architettoniche per migliorare l'accessibilità delle strutture scolastiche ed elaborazione di una strategia di advocacy a livello locale e internazionale.
Cesvi, in consorzio con Disvi, porterà avanti un progetto di sostegno alla resilienza e risposta ai bisogni legati all'accesso dell'acqua e ai servizi sanitari di base di comunità vulnerabili a rischio di sfollamento in Cisgiordania.
Le attività previste dal progetto mirano alla fornitura di servizi sanitari di base (acquisto di tre caravan per altrettanti ambulatori mobili, attività di formazione e di sensibilizzazione in Primo Soccorso, educazione all'igiene, sanitaria e alimentare) e servizi idrici essenziali (30 cisterne di stoccaggio e raccolta acqua piovana, installazione e formazione di 74 sistemi di filtraggio domestici) per 13 comunità in nell'Area C e a sud di Hebron.
Un intervento di protezione della popolazione di Nabi Samuel a rischio di sfollamento sarà invece portato avanti da Cospe in consorzio con Cric. Il progetto contribuisce alla protezione e al rafforzamento della capacità di resilienza dell'intera popolazione locale a rischio di sfollamento, migliorando le condizioni delle abitazioni delle famiglie pi๠vulnerabili (riabilitazione di 15 abitazioni con la creazione di micro-giardini o orti domestici, sistema di recupero acque piovane e messa in sicurezza di ricoveri animali) ed aumentando l'accesso ai servizi sanitari di base (fornitura di attrezzature sanitarie e medicinali per l'ambulatorio del villaggio, realizzazione di tre giornate di screening medico specialistico gratuito) e a spazi sicuri (creazione di otto orti comunitari, formazione sulla gestione degli stessi, rinnovamento di due spazi giochi per bambini).
Gvc, in consorzio con Educaid, si occuperà del miglioramento dei meccanismi di protezione di rifugiati e sfollati nell'Area C€. L'iniziativa vuole rinforzare le capacità delle comunità attraverso assistenza materiale e psicosociale (con la definizione di un meccanismo per il monitoraggio legale, la creazione di un bacino idrico di 100 metri cubi, la riabilitazione di 2,5 chilometri di strada e di strutture per migliorare l'accesso inclusivo a sistemi educativi e campagna di sensibilizzazione ambientale) diretta a bloccare, prevenire e alleviare gli effetti negativi del contesto coercitivo che porta al progressivo isolamento delle 7 comunità coinvolte nel governatorato di Tubas e Hebron.
Oxfam Italia si occuperà invece di migliorare l'accesso alle risorse idriche per le comunità beduine. Il progetto contribuisce ad aiutare cinque comunità vulnerabili a Gerusalemme Est a soddisfare i bisogni primari in termini di accesso sicuro e continuato all'acqua tramite la sostituzione della rete idrica obsoleta. Saranno fornite 16 cisterne mobili d'acciaio per l'acqua e verranno organizzati corsi di formazione sulla gestione dell'acqua, sulla manutenzione della rete idrica e sul monitoraggio della qualità dell'acqua.
L'Ong Vento di Terra si occuperà infine di costruire tre nuove aule con tecniche a basso impatto ambientale e la messa in sicurezza e l'equipaggiamento del cortile aperto nella scuola di al Jabal. Le tre aule andranno a sostituire i tre container dove al momento si tengono le lezioni per circa 150 alunni provenienti dalle comunità beduine di al Jabal e Abu Nawar.
Fonte: la Cooperazione italiana informa