Cerca nel portale

Regioni

Regione Valle D'Aosta Regione  Piemonte Regione Lombardia Regione  Trentino Alto Adige Regione Veneto Regione  Liguria Regione Emilia Romagna Regione Toscana Regione Umbria Regione Marche Regione Lazio Regione  Abruzzo Regione  Basilicata Regione Campania Regione Molise Regione Puglia Regione Calabria Regione Sicilia Regione Friuli Venezia Giulia Regione Sardegna

AREA SOCI

€œLa politica dell'Italia in Africa€, presentato il Rapporto

Attenzione: apre in una nuova finestra. StampaEmail

Tracciare un bilancio delle attività  economiche, diplomatiche e commerciali dell'Italia in Africa per delineare le linee guida, gli scenari e gli strumenti utili a favorire una maggiore coerenza e incisività  dell'approccio italiano verso il continente per gli anni a venire. Questo l'obiettivo del rapporto €œLa politica dell'Italia in Africa€, commissionato dal Ministero degli Esteri all'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) e presentato nei giorni scorsi presso la Nuova Aula dei gruppi parlamentari, a Roma.

Alla presentazione hanno partecipato, tra gli altri, il Vice Ministro degli esteri Lapo Pistelli e l'ex Premier italiano ed Inviato speciale per il Sahel, Romano Prodi. Della necessità  di €mettere in continuità  la politica del dono con quella dei crediti d'aiuto ha parlato nel corso del suo intervento il Vice Ministro Pistelli, secondo il quale già  in quest'ultimo anno la Cooperazione italiana lo ha fatto con diversi Paesi. €àˆ importante questa continuità  fra gli aiuti e gli investimenti€, ha detto Pistelli, sottolineando che, anche in vista della discussione sull'Agenda di sviluppo Post-2015, €ogni idea anche olistica di sviluppo va poco lontano senza un quadro generale che preveda diritti umani e €˜good governance', altrimenti tutto il nostro lavoro poggia su pilastri friabili€.

I numeri dell'Africa in termini di sviluppo €sono ancora piccoli in assoluto, tuttavia sette delle dieci economie che sono previste crescere di pi๠nei prossimi dieci anni sono africane€, ha spiegato Pistelli. €L'età  media della popolazione mondiale è attualmente pari a 28 anni, quella della popolazione africana è di soli 22 anni, contro i 44 anni di quella italiana€, ha proseguito il Vice Ministro, ricordando inoltre che, se nel 1950 la popolazione europea era doppia rispetto a quella africana, nel 2000 questo divario si è colmato e le proiezioni per il 2050 parlano di una popolazione tripla rispetto a quella europea. €œQualsiasi dinamica che confermi questi numeri puಠcambiare i numeri assoluti nel giro di una generazione€, ha aggiunto Pistelli, il quale visiterà  il Sud Sudan tra una settimane e nel mese di marzo sarà  in missione in Mauritania, Mali e Niger.

Secondo Romano Prodi, in Africa sub-sahariana sono presenti tanti italiani che €fanno del bene€, ma la presenza italiana è ancora molto limitata in campo economico e commerciale. €œC'è una grossa disparità  tra la presenza italiana nell'area nordafricana, dove è capillare grazie anche alla prossimità  geografica, e quella sub-sahariana, dove la presenza italiana è di primo livello in ambito sanitario, come nel caso degli ospedali di Emergency in Sudan e di Cuamm in Etiopia, il che non è un valore da poco perché beneficia migliaia di persone. Oltre a ciಠ- ha aggiunto - occorre perಠindividuare dei paesi chiave dai quale si irradierà  lo sviluppo economico futuro€, ha detto Prodi, citando gli esempi dell'Etiopia e del Ghana.

L'Italia €“ ha spiegato l'ex Premier €“ non deve sottovalutare l'importanza dei programmi europei, dimenticando il fatto che l'Unione europea (Ue) è ancora il primo donatore dell'Africa. €œCon l'11mo Fondo europeo di sviluppo sono stati stanziati 31 miliardi di euro in cinque anni, una somma cospicua che tuttavia le nostre banche non impiegano risorse sufficienti per utilizzare queste risorse. Per questo occorre lavorare di pi๠sul sistema europeo, che oggi rappresenta l'unica chiave di accesso in Africa delle imprese italiane€, ha detto Prodi, secondo il quale tuttavia €œl'Africa sta cambiando volto e sta attraversando un periodo per cui è meglio parlare di fermento piuttosto che di rinascimento. La quota africana sul Pil mondiale €“ ha aggiunto €“ è rimasta invariata dagli anni Ottanta, per questo è meglio non esagerare col parlare di rinascimento. Il fatto nuovo è la scommessa che è stata fatta sul continente e che puಠcreare sviluppo€, ha concluso.

Il rapporto ha preso in esame tre pilastri: quello relativo al processo di stabilizzazione e di sicurezza del continente, quello della cooperazione allo sviluppo e quello della diplomazia per la crescita. Per quanto riguarda il settore della cooperazione, in particolare, gli autori del rapporto €“ Giovanni Carbone, Gianpaolo Bruno, Gian Paolo Calchi Novati, Marta Montanini €“ sottolineano in particolare la necessità  per l'Italia di riallinearsi alla media dei Paesi Ocse quanto all'apporto degli aiuti, ritenendo in questo senso €importante€ l'annunciata riforma della cooperazione, soprattutto nell'ambito di una riflessione sul rapporto e la continuità  tra gli aiuti allo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese.

La Cooperazione italiana in Africa sub-sahariana è tradizionalmente attiva nei settori della sanità , dell'educazione, dello sviluppo rurale, della sicurezza alimentare e della gestione delle acque oltre che delle infrastrutture, nei quali gode di indiscussa reputazione ed apprezzamento da parte dei beneficiari. Accanto a questi settori ne sono emersi dei nuovi, suscettibili di migliorare ulteriormente l'impatto positivo delle nostre iniziative e le sinergie con le componenti del Sistema Paese interessate a partecipare alla cooperazione allo sviluppo.

Negli ultimi anni la Cooperazione italiana ha intrapreso un percorso di concentrazione delle proprie risorse verso un numero limitato di aree e Paesi prioritari, cercando al contempo di coinvolgere, in particolare per lo sviluppo dell'Africa, energie e competenze messe in campo da altri protagonisti del mondo della Cooperazione e dal settore privato.

Approfondimenti: il rapporto completo €œLa politica dell'Italia in Africa€.