Fondi europei, programmazione in Piemonte

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Il Piemonte ha già  fatto molto grazie all'utilizzo dei fondi strutturali europei ed è ben al di sopra della media italiana, ma rimane ancora parecchia strada da percorrere, in un contesto internazionale pi๠difficile e con una nuova programmazione che è tuttora oggetto di un delicato negoziato. Un convegno a Torino ha tracciato il bilancio sugli obiettivi finora raggiunti dalla Regione nei vari settori, in attesa di conoscere la dotazione finanziaria per il periodo 2014-2020.

Il convegno, dal titolo "La Politica di Coesione 2014-2020. Le regole generali e le linee guida per la programmazione in Piemonte", ha fatto emergere la consapevolezza che il sistema regionale ha dato prova di buona gestione in questi anni nell'utilizzo dei fondi comunitari. Le misure realizzate a sostegno dell'occupazione hanno in parte attutito l'emergenza sociale e il deterioramento dei conti delle aziende, mentre quelle a sostegno del credito hanno moderato la stretta creditizia, soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese.

«Il nostro modello di sviluppo - ha dichiarato l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Massimo Giordano - si è concentrato sulla difesa del manifatturiero e della nostra tradizione industriale. Siamo stati in linea in questi anni con gli obiettivi della programmazione, ma bisogna adesso compiere un salto di qualità  rispetto a quanto fatto finora. Penso soprattutto alla realizzazione di un distretto piemontese sulla green tech, che aggreghi le competenze esistenti e le valorizzi in ogni settore, con l'obiettivo pi๠ambizioso di diventare un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale».

Sugli aiuti alle aziende in crisi, in ottica di riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori, ha puntato l'attenzione l'assessore al Lavoro e Formazione professionale, Claudia Porchietto che, in merito all'utilizzo dei finanziamenti europei, ha sottolineato la «necessità  di creare sempre pi๠una forte sinergia tra i fondi, potenziando allo stesso tempo il ruolo della Regione, che deve riuscire a innescare un circolo virtuoso in grado di far ripartire l'economia anche oltre i settori tradizionali. Nella nuova programmazione - ha detto l'assessore - dovrà  essere centrale il ruolo attivo delle parti sociali».

«Abbiamo in mente priorità  importanti - ha poi aggiunto l'assessore all'Agricoltura, Claudio Sacchetto - alle quali sarà  dedicata particolare attenzione nel momento della programmazione: tra le altre, innovazione delle aziende, strutturazione delle imprese, sistemi assicurativi, coinvolgimento delle aree agricole marginali. Dalla qualità  del lavoro portato a termine dipenderà  l'efficienza del comparto agricolo futuro».

Il negoziato sulla programmazione 2014-2020 sarà  quindi fondamentale per conoscere quante risorse verranno messe disposizione per il futuro, che si annunciano perಠgià  limitate rispetto agli obiettivi da perseguire. «Per poter sopperire al rischio di ridimensionamento dei fondi - ha dichiarato l'assessore all'Ambiente, Roberto Ravello - è necessaria una maggiore interdipendenza tra i territori sugli obiettivi da raggiungere, aspetto che risulta penalizzato anche dal progressivo superamento di alcune realtà  di governance territoriale. Il ruolo che il Piemonte ha assunto nell'ambito della regione transfrontaliera è senz'altro un'opportunità  per dare le giuste risposte alle richieste che i territori stessi si attendono».

«Cercheremo di concentrare le risorse sugli obiettivi pi๠strategici ha concluso l'assessore al Bilancio, Giovanna Quaglia - per cui, creando un'integrazione tra pi๠settori. Non si potrà  prescindere da un lavoro congiunto, che la Regione ha comunque già  avviato attraverso il lavoro portato avanti dall'apposito tavolo interassessorile».