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Le regioni parte attiva nella politica di coesione

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Le regioni chiedono di essere parte attiva nelle decisioni relative alle politiche di coesione e alla destinazione dei fondi europei. A farsi portavoce di questa posizione è stato l'assessore alle attività  produttive della Toscana, Gianfranco Simoncini, che è intervenuto a nome della Conferenza delle regioni periferiche marittime (Crpm) alla tavola rotonda promossa dal Comitato delle regioni su questi temi a Bruxelles e alla quale hanno partecipato anche i commissari europei Joannes Hahn e Laszlo Andor.

L'assessore ha sottolineato, in particolare, l'importanza dell'introduzione dell'obbligatorietà  degli accordi di partnership che le regioni e la Crpm chiedono di estendere e meglio precisare, introducendo anche patti territoriali nazionali che vedano il coinvolgimento di regioni e parti sociali fin dall'inizio dei percorsi decisionali. €œCrediamo che questa scelta possa contribuire a una migliore applicazione del principio di una governance multilivello €“ ha detto Simoncini €“ che servirà , fra l'altro, anche a garantire una migliore integrazione fra i fondi comunitari e le risorse nazionali e regionali€.

Dopo aver espresso apprezzamento per il documento presentato dalla Commissione e che, anche per la Crpm, contiene elementi utili €œa far fare un salto di qualità  a una politica di coesione pi๠orientata ai risultati e all'efficacia dei programmi€, l'assessore ha illustrato anche gli elementi tuttora critici e sui quali è necessario fare un approfondimento di discussione. In particolare ha insistito sul concetto di partnership e sulla necessità  di coinvolgimento delle regioni lungo tutto il percorso decisionale, invitando la Commissione ad avanzare una proposta in questo senso, €œnon lasciando alla discrezionalità  degli stati membri passaggi cruciali per la riuscita di tutto il processo di preparazione della futura programmazione€. €œSiamo convinti €“ ha spiegato ancora Simoncini €“ che i governi regionali, che sono i pi๠vicini ai territori, possono e devono contribuire al perseguimento degli obiettivi di Europa 2020. Per far questo sarà  necessario un solido accordo di partnership.

La Crpm ha sempre sottolineato la necessità  di formalizzare gli accordi di partenariato tra la Commissione, gli stati membri e le regioni attraverso l'introduzione di patti territoriali nazionali che, fin dalle prime fasi di discussione per la predisposizione dei programmi dei fondi strutturali, vedano formalmente coinvolte regioni e parti sociali. Ma per raggiungere questo obiettivo, la Commissione dovrebbe avanzare una proposta pi๠ambiziosa, dove il ruolo delle regioni dovrebbe assumere una centralità  riconosciuta pienamente, senza se e senza ma€. Le regioni auspicano anche uno snellimento delle procedure. €œEccessivi €“ osserva Simoncini €“ sono i continui rinvii nelle proposte di regolamento a una disciplina attuativa successiva: in questo modo non solo si elude il confronto, ma si rischia di rallentare i tempi di avvio dei programmi (com'è successo nell'attuale fase di programmazione) e di realizzazione degli interventi. Anche sul lato della semplificazione, il contratto di partenariato dovrebbe rendere pi๠facile la vita degli utilizzatori dei fondi comunitari con meno costi amministrativi e sovrastrutture gestionali€.