Italia-Serbia: Varricchio, i Balcani sono una priorità 

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La crisi economica e finanziaria che sta vivendo l'Italia, unitamente al resto dell'Unione europea, non avrà  ripercussioni negative sugli investimenti italiani in Serbia e in generale sull'appoggio convinto del nostro Paese alla prospettiva di integrazione europea di Belgrado. Lo ha assicurato l'Ambasciatore d'Italia in Serbia, Armando Varricchio, che si è detto fiducioso su una decisione positiva del consiglio europeo di dicembre riguardo alla concessione alla Serbia dello status di paese candidato.

In una intervista al quotidiano belgradese Vecernje Novosti, all'Ambasciatore è stata fatta notare la preoccupazione espressa dal presidente serbo Boris Tadic per le possibili conseguenze negative della crisi italiana sui rapporti economici fra i due paesi. ''Attualmente l'Italia è il primo partner commerciale della Serbia. Nei primi nove mesi di quest'anno l'interscambio ha raggiunto i due miliardi di dollari, un valore superiore di un quarto rispetto allo stesso periodo del 2010'', ha detto Varricchio. ''In Serbia operano pi๠di 500 aziende italiane che danno lavoro a 20 mila persone. Il mio messaggio al presidente Tadic e ai nostri amici serbi è che tutto ciಠè la conferma della scelta e della partnership strategica che abbiamo con la Serbia'', ha affermato l'Ambasciatore, che ha smentito al tempo stesso possibili pericoli per l'investimento Fiat in Serbia a causa della crisi in Italia. ''No, non vi è alcun pericolo, e (per ciಠche concerne Fiat) tutto procede secondo i piani'', ha detto.

''A Kragujevac (dove si trova l'impianto di Fiat Serbia, ndr) stanno arrivando macchinari nuovi e moderni, a conferma dell'importanza dell'intero progetto. Sappiamo che il presidente Tadic negli ultimi tempi si è recato in alcuni paesi europei per paura di possibili riduzioni nel volume di investimenti. Ma non è il caso dell'Italia'', ha sottolineato l'Ambasciatore secondo il quale le dimissioni del premier Silvio Berlusconi non devono essere interpretate in alcun modo come un cattivo segnale per gli investimenti italiani. ''Una cosa è certa, non vi sarà  (in Italia) nessun vuoto di potere, e tutte le attività  già  avviate verranno portate avanti''.

Varricchio ha quindi sottolineato il grande interesse dell'Italia all'integrazione europea della Serbia e dell'intera regione dei Balcani occidentali. Nonostante la crisi generale, ''l'Italia non volterà  le spalle ai Balcani. I Balcani sono il nostro cortile'', ha detto. ''Stiamo lavorando affinchè la Serbia (nel consiglio europeo del 9 dicembre) ottenga lo status di paese candidato, e speriamo che venga quanto prima definita anche una data (per l'avvio del negoziato di adesione)''.