Riabilitazione minorile in Afghanistan, il contributo dell'Italia

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Fonte: ANSA

La Cooperazione Italiana, alla presenza del viceministro della Giustizia afghano Mohammad Yousef Halim e del primo segretario dell'Ambasciata d'Italia, Andreina Marsella, ha inaugurato i laboratori per la formazione professionale e la palestra costruiti nel Centro di riabilitazione minorile di Kabul, ultimo risultato di una serie di interventi realizzati nel settore della giustizia minorile.

Un impegno, riferisce un comunicato diffuso a Kabul, ''che risale indietro nel tempo al sostegno per la stesura del codice minorile, adottato nel 2005, grazie al quale l'eta' di responsabilita' penale per i minori e' stata innalzata da 7 a 12 anni e pene come la condanna a vita o la morte sono diventate illegali''.

L'Italia ha costruito la struttura per la riabilitazione per i minori e l'ha dotata di una sezione sperimentale 'aperta', la prima nel suo genere in Afghanistan, dove risiedono bambini e ragazzi che hanno il permesso di uscire per tornare dalle famiglie.
Alcune delle storie dei giovani afghani là  residenti sono state raccolte come casi di studio in una nuova pubblicazione, finanziata dalla Cooperazione Italiana e realizzata dall'ong afghana Aschiana che riassume i risultati di un progetto messo in atto con fondi italiani nei Centri di riabilitazione minorile, maschili e femminili, a Kabul e ad Herat.

''Migliorare i servizi nei centri di riabilitazione minorile in Afghanistan'', questo il titolo dello studio che, a partire dall'analisi dei bisogni e delle condizioni di vita dei giovani detenuti, espone le iniziative, i risultati e le raccomandazioni per ottimizzare le capacita' delle strutture e dei servizi riabilitativi per i minori che hanno violato la legge.