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Oggi a Bruxelles il negoziato Belgrado-Pristina

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Fonte: ANSA

A distanza di tre anni dalla dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo del 17 febbraio del 2008 prende il via oggi a Bruxelles il dialogo fra Belgrado e Pristina che, con la mediazione della Ue, è destinato a rafforzare la prospettiva europea delle due realtà  balcaniche, a promuovere la cooperazione regionale e a migliorare la vita quotidiana delle popolazioni serba e albanese. Robert Cooper, consigliere dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera Chaterine Ashton, dovrà   ''facilitare'' i negoziati fra le due parti.   

In due interviste separate al quotidiano serbo Politika e a quello kosovaro Koha Ditore, Chaterine Ashton ha affermato che uno degli obiettivi del dialogo è ''avvicinare Pristina e Belgrado alla Ue''. I colloqui costituiscono ''un passo importante nella direzione dell'Europa'', ha aggiunto il capo della diplomazia comunitaria, che ha ricordato come il dialogo si basi sulla risoluzione comune Serbia-Ue adottata dall'Assekosovomblea generale dell'Onu lo scorso settembre, dopo il parere della Corte internazionale di giustizia che in luglio aveva stabilito che la dichiarazione d'indipendenza da parte di Pristina non è contraria al diritto internazionale.

La comunita' serba del nord del Kosovo aveva chiesto che ai colloqui partecipassero anche rappresentanti della Russia e dell'Onu per impedire a Usa, Ue e Governo Kosovaro di condurre il dialogo al di fuori dell'ambito stabilito dalla risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza, che definisce il Kosovo parte integrante della Serbia.

I capi delle rispettive delegazioni,comunque, si sono mostrati fiduciosi sui colloqui: ''Ci vorrà  tempo e pazienza per ottenere risultati, anche se non bisogna aspettarsi miracoli. Noi abbiamo buona volontà  e proponiamo soluzioni nuove. Il dialogo durerà  tutto il tempo necessario''', ha detto al quotidiano Blic Borko Stefanovic, il direttore politico del ministero degli esteri serbo che guida la delegazione di Belgrado. In dichiarazioni a vari organi di stampa serbi e kosovari, il vicepremier kosovaro Edita Thiri, che guida la sua delegazione al negoziato, ha detto da parte sua che Pristina va al dialogo ''con la convinzione che esso contribuirà  alla normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia''. Tahiri ha tuttavia pi๠volte ribadito che Pristina non accetterà  di riaprire la questione dello status e dell'indipendenza del Kosovo, un tema ritenuto ormai risolto e chiuso. E' proprio questa l'incognita che aleggia sull'intero processo negoziale, e che rischia di far naufragare sin dall'inizio i colloqui. Belgrado infatti ritiene che, pur discutendo di problemi concreti relativi alla vita quotidiana della gente in Kosovo (commercio, telecomunicazioni, trasporti, dogane, libertà  di movimento, targhe automobilistiche, ecc), prima o poi si dovrà  affrontare il nodo della sovranità  e dell'indipendenza. Le autorità  di Belgrado infatti non riconoscono il Kosovo, che resta per loro una provincia meridionale della Serbia.