Veneto-Balcani: al via un programma di cooperazione culturale

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Fonte: Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome

€œL'Adriatico deve essere un mare che unisce, non che separa€. Lo ha detto l'assessore regionale alla cooperazione transnazionale e transfrontaliera, Roberto Ciambetti, intervenendo a Sarajevo, capitale della Bosnia Erzegovina, alla riunione di insediamento del Comitato di Direzione del programma €œSEE.NET 2: una rete trans locale per la cooperazione tra Italia e Sud Est Europa€, la cui finalità  è favorire il processo di integrazione nell'Unione Europea dei Paesi Balcanici. €œA questa iniziativa €“ spiega l'assessore €“ a cui aderiscono numerose istituzioni ed enti italiani e dell'Europa Centro Orientale e Balcanica, la Regione del Veneto è stata designata capofila nella specifica Azione di valorizzazione dei beni culturali, ambientali, naturalistici e storici tra Istria e Varaždin. Siamo chiamati a coordinare e implementare le attività  di marketing territoriale, coinvolgendo amministrazioni pubbliche e operatori locali del settore: una gestione che ci vedrà  impegnati sia a livello tecnico sia a livello politico€. Questa Azione, che è parte del pi๠ampio Programma triennale SEE.NET 2, prevede una spesa di 767 mila euro: 407 mila euro a carico del Ministero italiano degli Affari Esteri e 360 mila euro di finanziamento della Regione del Veneto.

BalcaniDopo aver portato i saluti del presidente veneto Luca Zaia, l'assessore Ciambetti ha evidenziato come il Programma SEE.NET possa essere un ulteriore mattone nella costruzione dell'Europa del futuro. €œàˆ importante €“ ha detto €“ che l'Europa che stiamo ancora costruendo parta dal basso, coinvolgendo i comuni, le contee, i cantoni e le Regioni. Noi ci impegneremo con entusiasmo in questa Azione per la quale siamo capofila, forti dell'amicizia che ci lega ai colleghi istriani e ai beni culturali, ambientali e storici di questa terra a noi vicina. Ma vogliamo che questa sia anche un'occasione per consolidare rapporti di reciproca collaborazione e dimostrare che, come è avvenuto per molti secoli in passato, un ponte invisibile eppur reale collega culturalmente ed economicamente le sponde dell'Adriatico€.

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