Territori Palestinesi: finanziato uno studio d'impatto ambientale

Print

Da Cooperazione Italiana allo Sviluppo

Le acque del Mar Morto si ritirano ad un ritmo di 80 centimetri l'anno: nell'arco degli ultimi 50 anni sono calate di 26 metri, passando da 394 a 420 metri sotto il livello del mare. La superficie di questo mare ultrasalato, dalla composizione chimica unica al mondo, rischia di prosciugarsi lentamente nei prossimi duecento anni. Per rallentarne lo svuotamento, dovuto soprattutto alla deviazione delle acque del fiume Giordano da parte di Israele, la Cooperazione Italiana partecipa ad un ambizioso progetto della Banca Mondiale.

Si tratta di trasferire, tramite un canale lungo 180 km, parte delle acque del Golfo di Aqaba/Eilat, nel Mar Rosso, al Mar Morto. L'opera, per ora ancora in fase di studio di fattibilità , prevede la costruzione di una lunga condotta che si snoderà  nel deserto, seguendo il confine tra Giordania e Israele portando acqua al Mar Morto. Il programma al momento comprende diversi studi di fattibilità  e di valutazione ambientale che costeranno in totale alla Banca Mondiale circa 14 milioni di dollari.

L'Italia, tramite il Ministero degli Esteri, finanzia un ulteriore studio di valutazione ambientale del valore di 1,3 milioni di dollari. Di recente la società  ingegneristica Thetis (Lotti Associati) con sede presso l'arsenale di Venezia, si è aggiudicata l'appalto per questo studio addizionale, riguardante la collocazione della condotta nel golfo di Aqaba.

Per approfondimenti: Cooperazione Italiana nei Territori Palestinesi.