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La micro-finanza per lo sviluppo dell'Africa sub-sahariana in un convegno alla Farnesina

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Confrontare esperienze e idee per valorizzare la micro-finanza e la finanza etica nei progetti di sviluppo partecipato nei Paesi dell'Africa sub-sahariana: questo l'obiettivo della conferenza €œMicrofinanza per lo sviluppo dei popoli€, che si è svolta ieri alla Farnesina.

 

L'evento ha riunito autorità  pubbliche, esponenti del settore finanziario, investitori sociali, Ong e società  civile. Durante la conferenza sono state presentate iniziative e buone prassi già  sviluppate nei sud del mondo.

 

Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, il Direttore Generale della Cooperazione italiana allo Sviluppo (Dgcs), Pietro Sebastiani; il Direttore Generale dell'Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo (Aics), Laura Frigenti; il responsabile Business Development di Cassa Depositi e Prestiti, Bernardo Bini Smaghi, il Direttore della Direzione Crescita sostenibile e sviluppo della Direzione generale Sviluppo presso la Commissione europea, Roberto Ridolfi; il Presidente di banca Etica, Ugo Biggeri; il Direttore di Cuamm, Don Dante Carraro.

 

€œLa Cooperazione allo sviluppo collabora da tempo con i soggetti della finanza solidale e cooperativa, riconoscendoli come dei partner che svolgono un ruolo fondamentale nei processi di sviluppo, ruolo destinato a crescere nel tempo€, ha spiegato il Direttore Sebastiani nel suo intervento. €œL'inclusione finanziaria e l'accesso al credito rappresentano strumenti di sviluppo sostenibile sempre pi๠significativi e in tal contesto rileva in particolar modo la microfinanza. L'accesso al credito è infatti un elemento cruciale per lo sviluppo di realtà  in contesti disagiati e rappresenta per il nostro Paese uno strumento essenziale cui giungere ad obiettivi quali la promozione degli investimenti infrastrutturali, le micro e le piccole-medie imprese, lo sviluppo cooperativo, l'economia sociale.€

 

€œLa Legge 125 del 2014 - ha proseguito Sebastiani - ha innovato l'approccio, introducendo una pluralità  di soggetti nel settore della cooperazione che proiettano il nostro Paese verso una politica di cooperazione partecipata dove tutti gli attori sono chiamati a interagire e a valorizzare i loro rispettivi ruoli. L'accesso al micro-credito consente di concretizzare il potenziale produttivo delle donne, innescando meccanismi di crescita e sviluppo e intervenendo anche su fattori della sfera sociale e culturale come l'esclusione e la discriminazione contro le donne e le bambine€, ha evidenziato l'Ambasciatore, il quale ha poi ricordato alcune delle esperienze positive realizzate e in fase di realizzazione secondo questo approccio in Albania, Etiopia, Palestina, Senegal e Mozambico.

 

L'obiettivo del microcredito, ha osservato dal canto suo Bernardo Bini Smaghi, è la piena inclusione finanziaria dei soggetti pi๠svantaggiati, per questo occorre accompagnare la fase dell'assistenza tecnica. "Bisogna inoltre garantire pi๠risorse al sistema della filiera per poter portare, soprattutto in Africa sub-sahariana, ad una piena inclusione dei piccoli produttori nella filiera finanziaria", ha aggiunto Bini Smaghi. Secondo Roberto Ridolfi, invece, per discutere a pieno del tema dell'inclusione finanziaria è fondamentale considerare l'aspetto della resilienza. €œàˆ richiesta un'abilità  tecnica importante€ e, in questo senso, il rapporto con l'Agenda di Addis Abeba per lo sviluppo sostenibile è cruciale: in essa, infatti, €œla microfinanza entra a gamba tesa sostenendo che autofinanziarsi è la cosa pi๠giusta€.

 

Sul ruolo della microfinanza come sostegno fondamentale alle azioni di sviluppo, ha posto l'accento il Presidente di Banca Popolare Etica, Ugo Biggeri, il quale ha anche sottolineato la necessità  di aiutarla ad essere pi๠efficace. €œEsiste una sproporzione evidente fra i bisogni finanziari nel sud del mondo e il surplus di risorse che, anche in un momento di crisi, sta inondando di liquidità  i mercati del nord del mondo. Per questo occorre mettere in campo forme di riduzione del rischio che consentano di spostare questa liquidità  da nord a sud€, ha aggiunto.

 

La legge 125 del 2014, ha ricordato Laura Frigenti, considera a tutti gli effetti la finanza etica e lo strumento del microcredito e parte integrante del Sistema italiano di cooperazione. "La microfinanza offre prodotti e servizi che consentono un miglioramento dell'accesso alla sanità , all'educazione, all'energia pulita. La maggioranza dei beneficiari sono donne, il che evidenzia il legame esistente con l'Obiettivo di sviluppo numero 5, che sostiene l'empowerment elle donne. Molto resta da fare: l'Africa, ad esempio, non è coperta a sufficienza da programmi di microcredito. C'è bisogno di avere come target principale, in maniera pi๠strutturata, gli small farmer in aree depresse", ha detto la Frigenti. "Molti di questi programmi sono ancora piccoli e istituzionalmente fragili, bisogna continuare a ragionare su come farli evolvere", ha aggiunto Frigenti.

 

La Cooperazione italiana ha da sempre esercitato un ruolo propulsivo nella finanza per lo sviluppo, a cominciare dalla micro-finanza che molto spesso, nei contesti pi๠fragili e vulnerabili, è il primo momento di contatto con il sistema finanziario e di trasmissione di imprenditorialità  a favore delle persone pi๠deboli. Il micro-credito ha costituito e costituisce, tutt'oggi, uno strumento formidabile di valorizzazione dello sviluppo locale e in particolare dell'imprenditorialità  femminile secondo l'ormai noto slogan €œno women, no growth€.

 

Fra i programmi di micro-credito portati avanti dall'Italia c'è il Programma Nazionale Senegalese sull'Uguaglianza di Genere. Sempre in Senegal la Cooperazione italiana promuove l'imprenditorialità  sociale, grazie anche al micro-credito, attraverso il Programma Pides, mentre un'ulteriore risorsa è fornita dal programma Plasepri, rivolto in particolare alla micro-impresa e al sostegno dei migranti di ritorno, che ha già  promosso l'avvio di 250 imprese di donne, proprio attraverso un programma specifico di micro-credito.