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L'Agenda di sviluppo post 2015: agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare e nutrizionale

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La fame nel mondo non deriva soltanto dalla mancanza di cibo ma dall'interazione di diverse dinamiche economiche, culturali, politiche e sanitarie. àˆ quanto ha dichiarato Amartya Sen, premio Nobel per l'Economia e professore alla Harvard University, nel corso dell'evento "La nuova Agenda per lo Sviluppo: agricoltura sostenibile, nutrizione e sicurezza alimentare", organizzato a Milano dalla Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del ministero degli affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci), in occasione di Expo Milano 2015.

 

Giampaolo Cantini, direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Maeci, ha aperto il dibattito sottolineando come il 2015 rappresenti un anno cruciale con la convergenza di tre grandi appuntamenti internazionali - Anno europeo per lo sviluppo, l'esposizione universale di Milano e la definizione dei nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile e l'importante impegno che questi richiedono anche sul piano della comunicazione.

 

"Occorre avere una visione pi๠ampia del problema del diritto al cibo, e questo dovrebbe essere uno dei punti fondamentali della nuova Agenda per lo sviluppo con cui l'Onu definirà  i nuovi obiettivi del millennio" ha detto Sen in apertura del suo intervento. In occasione dell'evento Sen ha anche firmato la Carta di Milano, il documento che elenca diritti e impegni che i cittadini e le imprese possono sottoscrivere al fine di trovare soluzione al problema del cibo e della malnutrizione a livello mondiale.

 

Alla conferenza, moderata dal direttore della Stampa, Mario Calabresi, hanno partecipato anche Lapo Pistelli, vice ministro del Maeci; Fernando Frutuoso De Melo, direttore generale per la cooperazione allo sviluppo della Commissione Europea; Jomo Kwane Sundaram, assistente direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao); John McIntire, vice presidente aggiunto del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) e Roger Beachy, direttore esecutivo del World Food Center dell'Università  della California a Davis.

 

"Nel mondo otto milioni di persone soffrono la fame, ma la nostra definizione di fame cronica rende le stime estremamente riduttive. Le persone che soffrono la fame in maniera episodica, per esempio durante una particolare stagione o a causa di fenomeni climatici ciclici, non sono comprese in tali statistiche, nonostante rappresentino un insieme considerevole di persone", ha detto Sundaram, aggiungendo che "per superare il problema della povertà  e della fame in maniera definitiva è necessario garantire protezione sociale a tutte le popolazioni rurali e in via di sviluppo".

 

John McIntire ha ricordato che i tre quarti della popolazione mondiale vivono in aree rurali e chi vive in condizioni di povertà  non desidera ricevere carità  gratuita bensଠvorrebbe "essere artefice del proprio sviluppo e investitore del loro futuro". McIntire ha evidenziato come la presenza del settore privato nel mondo della cooperazione internazionale sia "fondamentale per sostenere la crescita dei paesi meno sviluppati" e per attrarre investimenti esteri.

 

Nel sottolineare che l'Unione Europea rappresenta il principale donatore internazionale a livello finanziario, Frutuoso De Melo ha rimarcato la necessità  di adottare un approccio olistico nella definizione dei nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile. "L'80 per cento della produzione mondiale di cibo è frutto del lavoro di piccoli agricoltori. Garantire il loro accesso al cibo e rafforzarne la resilienza sono tra gli obiettivi principali del lavoro della Commissione, che destinerà  complessivamente pi๠di 8 miliardi di euro al settore dello sviluppo agricolo sostenibile". Nel suo intervento Roger Beachy ha auspicato una migliore gestione dei sistemi di produzione agroalimentare, capace di ridistribuire equamente la produzione ed il consumo di cibo. €œIl diritto al cibo ha un carattere rivoluzionario€ ha detto Lapo Pistelli, aggiungendo che esso puಠcostituire €œil filo che tiene insieme la nuova agenda dello sviluppo€, considerati i diversi temi che ad esso sono collegati.

 

La sicurezza alimentare implica una rivoluzione dei rapporti di responsabilità  nel senso che tutti possono fare la differenza. "L'approccio al tema della sicurezza alimentare non riguarda infatti solo i governi e gli attori pubblici, ma richiede uno sforzo e un coinvolgimento di tutti, dalla società  civile alle organizzazioni nazionali e internazionali". Il diritto al cibo non è solo un problema di quantità , ma anche di qualità  e di sana alimentazione e smuove comportamenti globali e individuali, ha concluso il vice ministro, sottolineando che ripartire dal cibo vuol dire ripartire dal tema della garanzia di opportunità  uguali per tutti. L'Expo 2015 e l'Anno europeo per lo sviluppo rappresentano la migliore occasione di dibattito su questi temi.

 

L'evento è stato organizzato in collaborazione con l'Istituto per gli Studi di politica internazionale (Ispi), dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) del Programma alimentare mondiale (Pam), del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido).