Italia-Tunisia: Aida, progetto comune su malattie autoimmuni

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Migliorare gli studi e le diagnosi - in alcune strutture sanitarie della Sicilia e della Tunisia - delle malattie autoimmuni (Mai) come il diabete mellito, la celiachia, la sclerosi multipla, l'ipotiroide, attraverso l'installazione di un sistema informatico di acquisizione di immagini e dati che consentirà  analisi precise e precoci sui pazienti. E' uno degli obiettivi del progetto Aida (Auto immunità : diagnosi), presentato a Palermo e finanziato nell'ambito del programma Italia-Tunisia Enpi 2007-2013.

Capofila del progetto e' l'Università  di Palermo - Polo didattico di Agrigento, in partenariato con il centro Pasteur di Tunisi, l'ospedale Charles Nicolle e l'Università  El Manar di Tunisi e il ministero della Salute del paese nordafricano. Dal versante italiano altri partner sono l'assessorato regionale alla Sanità , la Provincia di Agrigento, gli ospedali Civico e Buccheri La Ferla di Palermo, l'Asp di Trapani. Destinatari del progetto sono la popolazione, i medici - che attraverso corsi di formazione saranno pronti a utilizzare i sistemi di diagnostica per immagini - il servizio sanitario e i poli tecnologici della Tunisia.

Le Mai costituiscono oggi il terzo grande processo patologico dopo le malattie vascolari e i tumori. Queste patologie, causate dalle alterazioni del sistema immunitario, fanno la loro comparsa in maniera subdola. Alcuni studi sulla popolazione hanno dimostrato che circa il 3% delle donne incinte sono affette da ipotiroide; il 10,4% delle donne e il 9,3% degli uomini soffrono di diabete. Attualmente l'Ifi (Immunofluorescenza indiretta) è la tecnica utilizzata per la diagnosi delle malattie autoimmuni. A Tunisi il numero di test di ricerca di auto-anticorpi utilizzato per Ifi supera i 15 mila all'anno (in Sicilia sono 50 mila all'anno). ''La base del progetto - ha spiegato il coordinatore, il professore Giuseppe Raso - è la creazione di un grande database composto da immagini e dati del test Ifi.

L'applicazione di softaware, inoltre, permetterà  di supportare le diagnosi dei medici. I fattori di rischio delle malattie autoimmuni - ha aggiunto - sono a volte genetici e a volte ambientali. Lavorare con popolazioni vicine sul piano genetico e per condizioni climatiche, ma differenti sul piano delle abitudini alimentari e culturali, ci consentirà  di fare delle analisi comparative''. ''Il ruolo dell'Università  di Palermo - ha concluso Raso - è fondamentale grazie ad una ricerca avanzata che ha permesso, la nascita di uno spin-off, una azienda all'interno del dipartimento di Fisica e chimica, nata per il trasferimento di tecnologie e per fornire supporto tecnologico, fisico ed informatico alla medicina''.