Italia-Serbia: nasce Confindustria Serbia, legami rafforzati

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Il rafforzamento della cooperazione economica e commerciale tra Italia e Serbia, rappresentando, coordinando e sostenendo l'imprenditoria italiana nel paese, è l'obiettivo principale di Confindustria Serbia, l'Associazione degli imprenditori italiani in Serbia costituitasi ufficialmente nei giorni scorsi a Belgrado in un evento fondativo di alto profilo istituzionale. Membro di Confindustria Balcani, Confindustria Serbia nasce dall'esperienza di 'Sistema', struttura presente e attiva nel paese balcanico da tre anni.

L'Ambasciatore d'Italia a Belgrado, Armando Varricchio, aprendo i lavori dell'affollata conferenza costitutiva in un grande hotel della capitale, ha parlato di una ''iniziativa che si inserisce in un momento molto felice nei rapporti tra Italia e Serbia'', cosa questa dimostrata dal recente, ''storico'' vertice bilaterale svoltosi a Belgrado con la presenza del premier Mario Monti e di ben sette ministri del governo italiano. La Serbia, ha detto Varricchio, ''è una realtà  che non nasce oggi'' e che si propone ormai come ''terreno di elezione del processo di internazionalizzazione dell'economia italiana''. ''Possiamo parlare senz'altro di investimento del sistema Italia in Serbia'', ha ancora detto il nostro Ambasciatore spiegando come la Serbia sia un paese sempre pi๠integrato in Europa, con l'Italia che è uno dei maggiori sostenitori dell'integrazione della Serbia nella Ue''. E di questo, ha osservato, va dato atto in primo luogo al presidente Boris Tadic e al suo governo, a cominciare dal ministro dell'economica Nebojsa Ciric, presente anch'egli alla riunione odierna di Confindustria Serbia.

Lo stesso Ciric, nel suo intervento, si è riferito alla grande importanza della presenza economica e degli investimenti italiani in Serbia. ''L'Italia è la finestra della Serbia verso l'Unione europea'', ha detto il ministro dell'economia, sottolineando come il nostro paese sia il secondo partner economico e commerciale della Serbia dopo la Germania. Nel 2011, ha precisato, l'interscambio è risultato di 2,2 miliardi di euro, con le compagnie italiane che finora hanno investito in Serbia circa un miliardo di euro, escluso l'importante investimento Fiat che da solo ammonta a quasi un mld di euro. Sono circa 400, ha detto Ciric, le aziende italiane che operano in Serbia, con 20 mila addetti e un volume di affari di 2,5 miliardi di euro all'anno. E la maggior parte degli investimenti, oltre il 60%, riguardano imprese medie e piccole e sono sotto un milione di euro. Fiat, ha osservato il ministro, è di gran lunga l'investimento pi๠importante, ma l'Italia è presente praticamente in tutti  i settori dell'economia serba, dal tessile all'energia, dai mobili all'agroalimentare, al settore bancario e delle assicurazioni. Questa settimana, ha detto Ciric, 150 imprenditori serbi saranno in visita a Milano e Trieste per incontri e colloqui con i rappresentanti delle Regioni italiane. ''Mi aspetto altri investimenti italiani, nonostante la crisi'', ha concluso Ciric.

I vantaggi per le aziende italiane degli investimenti in Serbia sono stati sottolineati anche dall'on Adolfo Urso, che negli anni scorsi, quand'era viceministro dello sviluppo economico con delega al commercio estero, ha seguito con particolare attenzione i rapporti dell'Italia con tutta l'area balcanica. ''La Serbia - ha detto €“ è un paese strategico, in consonanza con l'Italia. Qui ci sentiamo pi๠a casa rispetto ad altri paesi''.
Alla conferenza di Belgrado sono intervenuti inoltre il presidente dell'Associazione Sistema Franco Delneri, Edoardo Garrone, vicepresidente per l'organizzazione e marketing associativo di Confindustria, esponenti di Finest, Simest, Sace, Siepa, e esperti del sistema finanziario che hanno illustrato gli strumenti e le agevolazioni a supporto dell'internazionalizzazione delle imprese italiane in Serbia.