Creare un osservatorio italo-tunisino a servizio dell'agricoltura; realizzare dei progetti pilota di agricoltura biologica; garantire la sicurezza e la qualità di alcuni prodotti alimentari nel rispetto dello sviluppo sostenibile in Tunisia e Sicilia. Sono alcuni dei risultati attesi dal progetto ''Servagri'', finanziato per circa 800mila euro, che è in corso nel quadro della cooperazione tra Tunisia e l'Italia, che va dal 2007 al 2013.
Capofila del progetto il Gruppo di azione locale (Gal) Eloro di Noto (Siracusa) in partenariato con la Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Siracusa, l'Eurispes Sicilia, e la Cooperazione internazionale Sud Sud (Ciss) di Palermo, l'associazione di Promozione del Lavoro e delle abitazioni di Tunisi, l'associazione tunisina Tenmya 21 che si occupa di protezione ambientale.
Obiettivo di Servagri è di migliorare la competitività delle aziende agricole nei governatorati di Biserta e Beja e del siracusano. Beneficiari del progetto sono imprenditori, commercianti, consumatori, enti pubblici, scuole, ospedali, università e istituzioni locali. Tra le attività del progetto che dovrebbe concludersi nel novembre 2013, alcuni incontri tra esperti e sessioni di formazione per il trasferimento di competenze e tecnologie; l'elaborazione di una banca dati sugli standard alimentari. In calendario, anche la sottoscrizione di accordi di partenariato tra agricoltori e altri soggetti interessati.
''Per osservatorio - ha spiegato Leonardo Palmieri della Cooperazione internazionale Sud Sud - intendiamo un centro di eccellenza, un luogo che aggreghi le filiere agricole e in cui si possano realizzare progetti comuni. In questo momento, ci troviamo in un fase di start up del progetto. Il prossimo step sarà uno studio di fattibilità che consentirà di individuare produzioni e processi, ad esempio il biologico e la certificazione di origine dei prodotti. Poi si passerà alla realizzazione di un disciplinare comune; infine si potrà accedere ad un marchio italo-tunisino''.
''L'obiettivo - ha concluso - è di creare produzioni agricole sinergiche che permettano di ampliare, durante ogni stagione, il paniere di offerta con prodotti che provengono da luoghi diversi ma con identiche proprietà organolettiche e di alta qualità e sicurezza. In sostanza, si dovrebbe consentire ai Paesi delle due sponde di essere innovativi e competitivi nel mercato internazionale secondo una logica che non è legata alla competizione tra Sicilia e Tunisia ma ad accordi di tipo economico''.